Qual è il ruolo della vitamina D nelle pazienti infertili che accedono alla PMA?

Negli ultimi tempi nelle pazienti che desiderano un figlio e devono sottoporsi a cicli di Procreazione medicalmente Assistita è aumentato il ricorso al dosaggio della vitamina D, al cui valore viene data molta importanza. 

Ma cosa ci dicono i dati internazionali?

La nostra principale fonte di vitamina D proviene dalla luce solare.  Gli esperti in nutrizione hanno suggerito che le persone sono a rischio degli effetti dannosi della carenza di vitamina D a concentrazioni sieriche di 25-idrossi vitamina D3 se inferiori a 20 ng/ml.La letteratura internazionale ci dice che circa solo il 30% in media delle donne in età riproduttiva sono carenti di vitamina D.

Si ipotizza che la vitamina D possa essere importante nel processo di impianto della gravidanza poiché le proteine che svolgono la funzione di recettori per la  vitamina D sono state trovate nell’endometrio, cioè la mucosa interna che riveste la cavità uterina e in cui si deve impiantare l’embrione.

Recentemente è stato suggerito che la vitamina D possa essere un regolatore dell’impianto iniziale dell’embrione nella sua fase più iniziale e che se tale processo si verifica in modo inadeguato e disfunzionale, a causa della carenza di vitamina D, possa aumentare il rischio di aborto del primo trimestre.

In particolare, è stata formulata l’ipotesi che la carenza di vitamina D possa essere anche collegata a una scarsa placentazione, cioè ad un problema di formazione della placenta che rappresenta l’organo chiave necessario al trasporto dei nutrienti da madre a feto. Questa condizione potrebbe portare a disturbi ipertensivi della gravidanza (pre-eclampsia e ipertensione indotta dalla gravidanza) e rallentamento della crescita fetale. Uno studio del 2018 comprendente la revisione sistematica di 11 studi sull’argomento, suggerisce che le probabilità di ottenere un test di gravidanza positivo e una gravidanza clinica dopo le tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) sono maggiori nelle donne che hanno concentrazioni di vitamina D nella norma rispetto a quelle che ne sono carenti o insufficienti.

Ciò sosterrebbe l’ipotesi che la vitamina D influenzi l’impianto dell’embrione: infatti, l’espressione dei recettori della vitamina D nell’endometrio e il ruolo della vitamina D nella trascrizione del gene HOX10A (che sembra rivesta un ruolo rilevante nell’impianto) suggeriscono che gli effetti immunomodulatori della vitamina D possono avere un impatto diretto sull’impianto e quindi la probabilità di successo del trattamento riproduttivo.

Il ruolo della Vitamina D per chi accede alla PMA

Tuttavia, il ruolo reale dell’assunzione di vitamina D nelle donne che accedono alla PMA è ancora un nodo irrisolto. Un recentissimo studio italiano pubblicato a maggio 2021, finanziato dal Ministero della Salute, ha confrontato i risultati in termini di gravidanze cliniche (presenza di embrione con battito al primo trimestre) fra donne che assumevano la vitamina D e donne che non la assumevano prima della PMA. Le gravidanze ottenute, intese come bambini nati, non mostravano differenze statisticamente significative nei due gruppi (le pazienti avevano stesso intervallo di peso, età e caratteristiche uguali per riserva ovarica). La forza principale dello studio risiede nel campione eccezionalmente numeroso (700 pazienti) e nella randomizzazione delle pazienti (che significa inserire a caso una paziente in un gruppo piuttosto che in un altro), quindi fondamentalmente nella trasparenza e correttezza del reclutamento delle pazienti per lo studio, che attribuisce grande attendibilità nei risultati.  

In conclusione, alla luce dei risultati dello studio, possiamo affermare che l’assunzione di Vitamina D non può essere considerata una strategia terapeutica efficace per aumentare significativamente il tasso di gravidanza dopo PMA e sono sicuramente necessari ulteriori studi per avvalorare l’utilità di una supplementazione di vitamina D in tutte le pazienti che accedono alla PMA.

Bibliografia:

Single oral dose of vitamin D3 supplementation prior to in vitro fertilization and embryo transfer in normal weight women: the SUNDRO randomized controlled trial

Edgardo SOMIGLIANA, MD-PhD, Veronica SARAIS, MD, Marco RESCHINI, DSc, Stefania FERRARI, DSc, Sofia MAKIEVA, PhD, Greta Chiara CERMISONI, DSc, Alessio PAFFONI, DSc, Enrico PAPALEO, MD, Paola VIGANO, PhD: American Journal Obstet Gynecol, 2021 April (21):464-6

Chu J, Gallos I Tobias A, et al. Vitamin D and assisted reproductive treatment outcome:a  systematic review and meta-analysis. Hum Reprod 2018 1;33(1):65-80

Cito G, Cocci A, Micelli E, et al. Vitamin D and male fertility: an updated review. World J Mens Health 2019 May 17.


Articolo scritto da Dott.ssa Veronica Sarais

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