“Legge 40 Procreazione assistita”

LEGGE 40 PROCREAZIONE ASSISTITA: COSA DICE

La Legge 40 Procreazione assistita dal 2004 regolamenta il ricorso a tecniche di PMA ovvero procreazione medicalmente assistita: si tratta di una normativa che permette l’accesso a ogni coppia che abbia problemi accertati di infertilità o di sterilità.

Si tratta di una legge importante, che nel corso degli anni ha subito diverse modifiche fino a raggiungere lo stato attuale, che vogliamo descriverti in questo post assieme alle prospettive per il futuro di chi, come te, sogna di diventare madre in Italia.

Legge 40 Procreazione assistita: chi può accedere a queste tecniche

Secondo quanto affermato dalla legge 40, possono accedere alla PMA le sole coppie sterili o infertili con componenti maggiorenni, di sesso diverso e coniugati o conviventi in età potenzialmente fertile. In particolare, ricordiamo che lo stato di infertilità o sterilità della coppia deve essere certificato dal medico.

A queste condizioni, si è aggiunta una sentenza della Corte Costituzionale del 2015, che ha consentito l’accesso alla Procreazione assistita per le coppie fertili con malattie genetiche trasmissibili.

La sentenza della Corte Costituzionale ha quindi reso possibile l’accesso alla PMA anche a coppie fertili con malattie genetiche trasmissibili, che fino a quel momento potevano percorrere solo la strada dell’aborto teraputico, possibilità prevista dalla legge 194/78.

Le tecniche di PMA sono, ancora vietate ai single e alle coppie omosessuali, ed è tuttora illecita la fecondazione post mortem con spermatozoi di un marito o compagno deceduto.

Secondo la versione originaria della Legge 40, in ogni ciclo di fecondazione era possibile produrre al massimo tre embrioni, da impiantare contemporaneamente nel corpo della aspirante mamma e conseguentemente era vietata la criconservazione. Dal momento che non sappiamo con esattezza quanti embrioni si formeranno dalla fecondazione, gli operatori erano costretti ad usare al massimo tre ovuli. In questo modo gli svantaggi erano principalmente due:

  • Una limitata resa dei singoli cicli di fecondazione (nelle donne oltre i 35 anni, nei casi di grave fattore maschile, nelle pazienti con scarsa riserva ovarica);
  • Un elevato rischio di gravidanze gemellari, che hanno una maggior percentuale di complicanze.

L’evoluzione della Legge 40 nel corso degli anni

Vista la crescente consapevolezza da parte delle coppie infertili o sterili delle fortissime limitazioni che la legge imponeva agli operatori, che si traducevano in una diminuizione importante delle possibilità di gravidanza, sono stati avviati in tutta Italia, nei tribunali civili, ricorsi contro la legge, che hanno poi portato alle sentenze della Consulta. Il Centro Demetra è stato il primo in Italia che ha sostenuto una coppia di pazienti nel ricorso contro la legge, e il quesito che ha poi portato alla storica sentenza dell’aprile 2009, è partito dal Tribunale di Firenze. La Legge 40 ha subito varie modifiche nel corso degli anni.

La prima sentenza, nel 2009, ha ristabilito il principio che a decidere quanti ovuli inseminare fosse il medico, d’accordo con la coppia, tenendo conto della situazione clinica, dell’età della donna e soprattutto introducendo il concetto di tutela della salute della donna, ignorato dalla legge 40. In particolare la Corte Costituzionale ribadisce che il medico deve cercare di effettuare meno stimolazioni possibili, e in questo modo viene reintrodotta – pur con qualche limitazione – la possibilità di congelare gli embrioni.

Nel 2014, altra storica sentenza che ha abrogato il divieto di fecondazione eterologa, affermando come proprio con questo divieto venissero colpite paradossalmente le coppie con una causa assoluta di infertilità (come l’assenza di ovuli o spermatozoi).

Nel 2015 l’altra sentenza, che ha consentito l’accesso alla PMA a coppie fertili con patologie trasmissibili.

Oggi per fortuna molti divieti contenuti nella stesura originale della legge non esistono più, e questo per la caparbietà e la forza di quelle coppie che per prime si sono ribellate ad una legge ingiusta e retrograda.

Un’ottima notizia per le aspiranti mamme, che non devono più rivolgersi a Paesi esteri per realizzare il loro sogno e possono oggi recarsi in un qualsiasi centro specializzato in PMA come ilCentro Demetra.

In particolare il testo attuale della Legge 40 rende oggi possibile anche in Italia:

  • L’accesso alle tecniche di PMA e procreazione assistita anche alle coppie fertili con malattie genetiche trasmissibili al bambino;
  • La diagnosi genetica pre-impianto al fino di scoprire eventuali anomalie genetiche dell’embrione e impiantare solo embrioni sani, sia per le coppie fertili sia per quelle infertili.
  • La possibilità di ricorrere alla fecondazione eterologa per le coppie eterosessuali.
  • Il congelamento (crioconservazione) degli embrioni eventualmente prodotti in eccesso da utilizzare qualora il primo impianto fosse inefficace o la coppia volesse altri figli in un secondo momento.

Resta, tuttavia, ancora vietata la procreazione assistita per le coppie omosessuali, che invece è consentita in molti Paesi europei. In Italia è vietata anche la maternità così detta “per altri” ovvero il ricorso a una donna estranea alla coppia per portare avanti la gravidanza, procedura che è consentita in un numero limitatissimo di altri Paesi soprattutto extra UE

Conclusioni

Oggi ogni donna ha, anche in Italia, la possibilità di diventare mamma e abbracciare il suo bambino o la sua bambina, anche quando il concepimento non fosse possibile in modo naturale.

Contattaci per maggiori informazioni e realizzare il tuo desiderio di maternità!


Articolo scritto da Dott.ssa Claudia Livi
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1981, specializzata in Ginecologia e Ostetricia nel 1986. Si è sempre interessata di diagnosi e trattamento dell’infertilità di coppia. E’ co-fondatrice del Centro Demetra di Firenze, di cui attualmente è la responsabile e il direttore sanitario.

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