Spermiocoltura come si fa e perché

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La spermiocoltura è l’esame di laboratorio che viene indicato quando si vuole valutare la presenza di eventuali microrganismi patogeni nel liquido seminale.
Questa indagine ci può dare molte informazioni su una possibile ed eventuale infiammazione delle vie uro-seminali.
L’esame è indicato generalmente quando si sospetta un’infezione, in presenza di globuli rossi o leucociti nello sperma, quando si ha una dispermia, soprattutto un’alterazione della motilità e della morfologia degli spermatozoi.

Come si fa la spermiocoltura?

La spermiocoltura prevede due fasi importanti:
la prima fase è caratterizzata dalla raccolta del campione di liquido seminale, che viene tutta “gestita” dal paziente in solitaria secondo precise modalità che devono essere ben spiegate dal biologo o dalla biologa che poi farà le indagini colturali successive; attenersi a queste indicazioni è fondamentale per avere poi dei risultati di laboratorio sicuri ed attendibili.
A questo proposito:

  • si procede, prima della raccolta, con un’accurata toilette e pulizia delle mani, del pene e dei genitali con detergenti specifici che vengono poi asciugati con carta assorbente pulita;
  • si deve utilizzare un contenitore con apertura ampia e con sicuro coperchio di chiusura;
  • mai toccare l’interno del contenitore e del coperchio con le mani o la punta del pene;
  • la raccolta deve essere fatta in ambiente pulito e decoroso senza l’utilizzo di creme o lubrificanti vari;
  • tutto il liquido seminale prodotto deve essere attentamente e accuratamente raccolto e subito consegnato al biologo del centro che farà la coltura;
  • se sono stati assunti antibiotici, antimicotici o batteriostatici, l’esame deve essere rinviato di 10-15 giorni dalla fine della terapia;
  • come per lo spermiogramma bene mantenere un’astinenza sessuale di almeno tre-cinque giorni ed evitare di urinare nelle tre ore che precedono la raccolta.

La seconda fase della spermiocoltura parte con la presa in consegna del campione di liquido seminale da parte del centro dove, con tutte le misure del caso, si provvederà ad inseminare il campione di sperma nei vari terreni di coltura specifici per la crescita di tutti i microrganismi che si vogliono ricercare.

Se nel liquido seminale vi è la presenza di un particolare microrganismo, di solito questi sono batteri, il terreno di coltura, specifico per questo, mostrerà lo sviluppo di una particolare colonia di microbi.

Se in tutti i terreni di coltura utilizzati non si manifesta la crescita dei microrganismi patogeni temuti allora si può concludere ragionevolmente che il campione di liquido seminale in oggetto è assente da questi microbi, cioè il liquido seminale è “pulito”.

Quando invece si riscontrano questi microbi patogeni allora si procede verso altri test che consistono nel mettere a contatto queste colonie di microrganismi con diversi antibiotici e valutare a quali di questi sono sensibili, cioè verificare quale antibiotico è più efficace e quindi suggerire una precisa indicazione terapeutica, questo test si chiama antibiogramma.
In genere queste importanti informazioni cliniche ci arrivano dopo 4-6 giorni dalla raccolta del campione di liquido seminale.

Possiamo concludere dicendo che in generale la spermiocoltura, se condotta come si deve, è un’indagine importante che permette di evidenziare una infezione delle vie seminali e programmare una strategia terapeutica antimicrobica precisa e mirata.

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Autore: Giovanni Beretta
Andrologo urologo